tratto dalle note di Axel Cipollini , grande persona, grande fotografo e,.... mio amico.
here more details about : AXEL CIPOLLINI and his BLOG
ho copiato e incollato le sue parole.......nulla di piu vero !!!!
....leggete , e ......meditate !!!!!
Siamo tutti drogati.
Quasi tutti, a dire il vero. Ci danno le prime dosi da piccolissimi, in maniera subdola, mascherata, e piano piano sviluppiamo una dipendenza chimica fortissima. Senza questa droga stiamo male, malissimo, non abbiamo energie, ci mancano le motivazioni, siamo alle soglie della depressione, non riusciamo a gioire di niente, ad apprezzare nulla, ogni cosa ci appare senza senso. Alcuni, in grave crisi di astinenza, possono arrivare al suicidio. Eppure è legale, anzi, dopo la famiglia, il primo spacciatore, è lo stato, attraverso la scuola, che fornisce le dosi a bambini e ragazzi, gratuitamente, almeno fino alla scuola dell'obbligo. Anche i pusher sono drogati, più o meno gravemente dipendenti, senza rendersene conto.
La disintossicazione è dura, molto dura, ma ne vale la pena.
Il premio è la libertà.
Questa droga si chiama approvazione. Quando ci dicono che siamo bravi, che ci comportiamo bene, allora ci sentiamo accettati, ci sentiamo degni di vivere perché siamo stimati, apprezzati, amati. Ad ogni lode il nostro corpo secerne delle sostanze chimiche che ci fanno star bene, ci danno gioia, energia, qualcosa di simile alla felicità. Piano piano il corpo si abitua a queste sostanze, e continua a volerne, anzi a non poterne fare a meno.
Io posso dirlo, ero un tossico anch'io, grave.
Adesso ne sono fuori, o meglio, la mia dipendenza non è più compulsiva come un tempo. Ma come dicono gli Alcolisti Anonimi, quando si è alcolizzati, lo si rimane per sempre, e si può solo dire di essere sobri da tot giorni. La dipendenza rimane una minaccia, mai abbassare la guardia.
Può sembrare un'esagerazione, ma non è così. E se ci liberiamo dalla ricerca dell'approvazione della famiglia e della scuola, ci rimane la ricerca dell'approvazione in ambito lavorativo, o tra gli amici, i conoscenti, la società tutta. Che ce ne rendiamo conto o meno, quel che pensano o possono pensare gli altri di noi è una delle nostre preoccupazioni principali. Uno degli elementi più importanti nel prendere le decisioni riguardanti la nostra vita.
Da piccoli ci insegnano: chi si loda si sbroda, sono solo gli altri che possono giudicarci, dirci se siamo bravi o meno. Noi stessi non saremmo obiettivi. E così che diventiamo burattini nelle mani di ciò che la famiglia, i colleghi, gli amici, i conoscenti pensano di noi. Loro non se ne rendono conto, alcuni di loro ci vogliono davvero bene, solo che sono drogati anche loro. Ciò che gli altri pensano di noi crea una maschera, uno stereotipo che siamo obbligati a vestire, pena la perdita di identità, se ci spogliassimo, gli altri non ci riconoscerebbero più. Il nostro cambiamento viene accettato difficilmente, spesso viene visto come un tradimento, se non come il gesto di un folle, non certo come un'evoluzione verso il nostro vero essere.
Gli altri, quasi sempre, credono di sapere molto bene chi siamo.
La ricerca dell'accettazione, del successo fa si che dividiamo le persone in due categorie, quelle che ci apprezzano e quindi ci fanno star bene, e quelle che ci criticano, facendoci star male.
Se gli altri non ci fanno sentire accettati, giusti, importanti, amati, spesso li ripaghiamo della stessa moneta, oppure li escludiamo. E così ognuno diventa il giudice o il carceriere di chi gli sta attorno. Se gli altri ci forniscono la dose di droga, allora sono OK, altrimenti non sono OK.
Tutto ciò altera la natura dei rapporti umani, ci concediamo di amare solo chi ci apprezza.
Potremo amare realmente gli altri solo quando non ne avremo biù bisogno.
Dipendenza e amore non sono cose che possono convivere.
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